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JOE GANS, IL PIU’ GRANDE DI TUTTI?
Agosto 2017 – Quando il 21 maggio del 1891 il fortissimo pugile australiano di colore Peter Jackson pareggiò in 61 riprese con il futuro campione del mondo dei pesi massimi James “Jim” Corbett, furono molti i ragazzi afro-americani che cominciarono a frequentare le palestre pensando che pure loro entro le corde del ring avrebbero potuto ottenere gloria e danaro. La conseguenza fu che agli inizi del ‘900 il pugilato sfornò una moltitudine di boxeur di razza nera, e se pochi in verità – nonostante il valore – riuscirono ad affermarsi, comunque alcuni arrivarono a cingersi i fianchi con la cintura di campione del mondo. Basterebbe ricordare per tutti lo splendido Jack Johnson che nel 1908 conquistò il titolo dei massimi, o Barbados Joe Walcott, campione mondiale dei pesi welter. Fra i campionissimi pure Joe Gans, il pugile che Nat Fleischer dipinse come il più grande peso leggero di tutti i tempi.
Joe Gans, all’anagrafe Joseph S. Buts, nacque a Baltimora il 25 novembre del 1874. Alto 1,69, fisico armonioso e ben strutturato, esordì fra i professionisti il 23 ottobre del 1893 nella sua città dove avrebbe svolto gran parte dei combattimenti, ottenendo un ND contro tale Buck Myers. La prima sconfitta in 5 riprese la subì nel 1894 per mano di Paul Johnson. L’incontro era valido per il titolo dei leggeri dello Stato del Maryland. Ma dopo quella battuta d’arresto, in un periodo in cui la boxe in alcuni Stati dell’Unione era ancora illegale e molti combattimenti venivano interrotti dalla polizia, Joe conseguì una lunga serie di successi, compresa una significativa rivincita sullo stesso Paul Johnson. Moltissime di quelle vittorie Gans le ottenne prima del limite grazie ad una tecnica sopraffina, una notevole potenza in entrambe le mani, e una resistenza non comune che gli consentì più volte di andare oltre il 40° round, distanza impensabile per qualsiasi campione della nostra epoca. In quegli anni egli incontrò molti pugili di valore come Young Griffo, Frank Erne, Stanton Abbott, Joe Walcott. Nell’aprile del 1898 mise KO in 11 round il forte Billy Ernst, e nel dicembre dello stesso anno disputò a New York 2 durissimi combattimenti con William “Kid” McPartland e “Wilmington” Jack Daly, entrambi sconfitti ai punti in 25 riprese. Nel 1899 si sbarazzò nuovamente di Ernst in 10 riprese. A quel punto Gans era sicuramente il migliore peso leggero al mondo e lanciò la sua sfida al campione della categoria Frank Erne. Il match avvenne il 23 marzo del 1900 a New York, e fu un combattimento molto violento, tanto che al 12° round Gans, sebbene fosse in vantaggio ai punti, venne fermato a causa di una ferita riportata all’occhio destro, conseguenza di una testata dell’avversario. Il terribile impatto provocò un gravissimo trauma del bulbo oculare del pugile. Certo, continuando il combattimento in quelle condizioni, Gans avrebbe rischiato di perdere per sempre l’occhio, fuoruscito letteralmente dall’orbita. Per questo motivo Joe non si oppose alla decisione arbitrale di sospendere la lotta. Ma il tempo di guarire dalla brutta ferita e Gans tornò ad essere lo splendido pugile di sempre: veloce, preciso, devastante nel colpire d’incontro i suoi avversari quando questi aprivano anche un piccolo spiraglio nella loro guardia. Così Il 10 luglio, a soli 4 mesi dallo sfortunato incontro con Erne, Joe batté il temibile Young Griffo, stoppato a Brooklyn all’ottavo round. A sorpresa però il 13 dicembre del 1900, a Chigago, Terry Mc Govern lo sconfisse per KOT al 2° round. Fu Gans stesso che anni dopo confessò come quello, d’accordo con il suo manager Al Herford, fosse stato uno dei 2 soli incontri combinati della sua carriera. Gli unici nei del campione nero in 16 anni di dure battaglie sul ring.
Nel 1901 a Baltimora, Joe Gans sconfisse per 2 volte prima del limite Bobby Dobbs, altro pretendente al titolo. Poi, nel 1902, poté finalmente regolare i conti con Frank Erne. Infatti, il 12 maggio di quell’anno, i due si ritrovarono di fronte a Fort Erie, in Canada, con in palio nuovamente la cintura mondiale delle 135 libbre. Il match non ebbe storia ed Erne finì KO già al primo round. Joe Gans diveniva finalmente campione del mondo dei pesi leggeri a quasi 10 anni dal suo esordio fra i professionisti. Riconosciuto ormai da tutti come un fuoriclasse del ring, venne naturale dargli l’appellativo di the “Old Master”. Egli in quel 1902 difese il titolo contro George McFadden, finito KO in 3 riprese; Rufe Turner, messo KO in 15 assalti; Gus Gardner, stoppato al 5° round; Jack Bennet messo KO in 2 riprese, ed infine Charley Geiger sconfitto sempre per KO al 15° round.
Il 30 settembre del 1904 Joe Gans incontrò a San Francisco sulla distanza delle 20 riprese il formidabile Joe Walcott, campione del mondo dei pesi welter. Fu un grande fight dove costante si rivelò la supremazia di the “Old Master”. Egli avrebbe certo meritato il verdetto, avvantaggiato anche dei suoi 13 centimetri d’altezza e dal maggiore allungo che gli consentirono di tenere a distanza il feroce picchiatore britannico, ma venne fuori dalla terna arbitrale un salomonico pari, contestato vivacemente dal pubblico presente, tanto che il 1° Ottobre il Boston Globe scriveva: “La decisione non è stata ben accolta da molti degli spettatori, convinti che Gans avrebbe dovuto vincere”.
Nel 1906 Joe Gans mise 2 volte KO Mike “Twin Sullivan, che sul finire del 1905 gli aveva imposto il pari. Ma il grande match di quell’anno the “Old Master” lo combatté il 3 settembre a Goldfield, nel Nevada, sconfiggendo in 42 riprese Oscar “Battling” Nelson. Una vittoria schiacciante. E se il match durò tanto a lungo fu solo per la sovrumana resistenza fisica del challenger, che dopo avere subito una severa punizione, per ultimo, nel 42° round, si fece pure squalificare per un colpo irregolare.
Il dominio di Gans nella categoria dei pesi leggeri durò sino al 1908. Un anno quello che si aprì il 6 gennaio con la prematura scomparsa di George Dixon, il pugile che nel 1890 era divenuto il primo campione di colore, conquistando il titolo mondiale dei pesi piuma. Quella morte dovette essere certo un grande dolore per Gans, che con Dixon aveva fatto nel 1900 ad Lakewood, nello Stato di New-York, un’esibizione di 8 round, capace di incantare i veri estimatori della “Noble Art”. D’altronde, in quel periodo Gans fu per 20 round anche sparring-partner di James Corbett, quando questi si preparava ad affrontare Jim Jeffres per il titolo dei massimi.
Il 14 maggio del 1908 a San Francisco, Gans, pur avendo accusato un repentino calo di forma, difese vittoriosamente la corona dei leggeri mettendo KOT in 11 riprese Rudy Unholz. Sarebbe stata la sua ultima vittoria mondiale. A strappargli il titolo fu Oscar “Battling” Nelson, nell’ incontro di rivincita disputatasi fra i due a Colma (Canada) il 4 luglio 1908. Quel giorno per Gans, nonostante l’iniziale vantaggio, le cose andarono male e “Battling” Nelson prevalse per KOT al 17° round. Ma in verità il nuovo campione sconfisse un pugile che sembrava ormai l’ombra di se stesso. Gans infatti già da qualche mese era divenuto sordo e la vista gli si era notevolmente indebolita. Ancora, dopo il 12° round, egli cominciò a tremare in tutto il corpo, preda di una febbre malarica che gli fece cambiare il colore della pelle, divenuta d’improvviso di un grigio opaco. Tutti quelli erano i segni nefasti della Tubercolosi, di cui il campione soffriva da un po’, alcuni dissero già dal 1905. Appena 2 mesi dopo la sconfitta, il 9 settembre, sempre a Colma, the “Old Master”, nonostante l’aggravarsi della malattia, tentò di riprendersi il titolo, ma il responso del ring non cambiò. Dopo un durissimo combattimento “Battling” Nelson si impose nuovamente per KOT , e la resa di Gans stavolta avvenne al 21° round. Era la fine di un campione immenso, senza pari, che aveva difeso la sua corona 17 volte, con quasi tutti i suoi sfidanti finiti sulla stuoia prima che udissero il gong dell’ultima campana.
Nel 1909, il 12 marzo a New-York, Joe Gans disputò il suo ultimo fight, ottenendo soltanto un NO DECISION con Jabez White, ma riscuotendo lunghi applausi dal pubblico e apprezzamenti nelle cronache dalla Police Gazete e delle altre riviste sportive. Dei 188 combattimenti disputati in carriera ne aveva vinti 147, di cui 96 prima del limite, perduti 11 e pareggiati 17. Questo record testimonia la grandezza di un campione dalla classe adamantina, che nei suoi anni migliori combatté anche con un’altra leggenda della boxe, quel Sam Langford temuto da tutti i pesi massimi bianchi e neri dell’epoca, compreso Jack Johnson, che incontratolo una volta non gli volle mai concedere la rivincita. Gans disputò l’ incontro con Langford l’8 dicembre del 1903 a Boston, e ne uscì sconfitto ai punti in 15 riprese. Un 2° combattimento avrebbe dovuto svolgersi il 3 giugno del 1904, ma venne annullato. Rimane il fatto che durante un’intervista rilasciata nel 1935, Langford ebbe a dire che “Joe Gans era stato indubbiamente il più grande pugile di tutti i tempi”, un giudizio ribadito nel 1949 da Abe Attel , e confortato anche dalla dichiarazione resa anni prima da Bob Fitzsimmons, precisa e lapidaria: “Gans è stato il combattente più intelligente, grande o piccolo, che abbia mai indossato i guantoni”. Ed ancora il giornalista sportivo Ben Benjamin scriveva: “Non c’è mai stato un boxeur come Gans capace di bloccare con tanta abilità e precisione i colpi degli avversari”, ed è del 1906 una ulteriore testimonianza fatta da un cronista: “Una meraviglia di velocità e di scienza pugilistica. Questo è stato Joe Gans”, mentre nel 1960 su Boxing Illustrated si poteva leggere “Gans era un artista, un maestro, un tattico brillante che nessuno nel suo momento migliore avrebbe potuto sconfiggere. Impossibile descrivere il suo vero genio senza averlo visto.»
Queste testimonianze ci fanno oggi comprendere perchè the “Old Master” venga ritenuto uno dei migliori pugili “Pound for Pound” di ogni epoca, e taluni lo pongano addirittura al pari o un gradino più in alto dello stesso Ray “Sugar” Robinson. D’altronde, sebbene purtroppo rimangano di lui soltanto 2 filmati – il 1° match con “Battling” Nelson e un incontro con “Kid Herman” Landfield, messo KO nel 1907 in un incontro per il titolo dei leggeri – quelle immagini sono comunque sufficienti per capire quanto Gans sia stato grande.
The “Old Master” morì di Tubercolosi a soli 35 anni, il 10 agosto del 1910. Un anno nefasto quello per la boxe se si pensa che appena 2 mesi dopo, il 15 ottobre, a Springfield, veniva assassinato il grande Stanley Ketchel, campione del mondo dei pesi medi, ammazzato per un’avventura galante, vendicata a pistolettate dalla cieca ira del marito tradito.
Joe Gans riposa oggi al Mont Auburn Cemetery di Baltimora, dove la IBC (International Boxing Commission) ha cura e tiene in ordine la sua tomba; un piccolo monumento marmoreo sul cui prospetto frontale sta semplicemente scritto a lettere maiuscole… GANS.
di Gianni Virgadaula